Con la stagione estiva come sempre si presenta il rischio di stress termico da caldo. Sono quindi raccomandabili alcune semplici regole: garantire un sufficiente ricambio di aria e una adeguata ventilazione; gli impianti di condizionamento o di ventilazione devono essere collocati in modo tale che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria e devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione; mantenere a disposizione quantitativi sufficienti di acqua potabile fresca ed eventualmente integratori; programmare eventuali lavori particolarmente pesanti o all’aperto nelle ore più fresche.

Il protrarsi della situazione di ondata di calore intenso rende opportuno considerare con la massima attenzione i rischi ad essa collegati, in termini di salute e sicurezza sul lavoro, non così né improbabili né banali nelle loro possibili conseguenze.

Oltre ai rischi “propri”, l’esposizione a condizioni di stress termico può indirettamente determinare un incremento dei rischi legati alle attività ordinarie.

Fattori di rischio

I rischi aumentano in particolare in condizioni di concomitanza con altri fattori, quali in particolare:

  • ambienti dotati di scarsa ventilazione;
  • attività svolte in ambiente aperto con diretta esposizione al sole;
  • presenza di sorgenti di calore legate alle attività di produzione (forni, saldatrici, impianti di essicazione, ecc.);
  • attività che comportano la protezione dell’operatore e di conseguenza un abbigliamento pesante (tuta per saldatura, tute antiacido, ecc.).

La presenza di anche solo una delle condizioni sopra descritte nelle attuali condizioni termoigrometriche comporta la necessità di intraprendere immediatamente misure compensative, in grado di ridurre i rischi.

I pericoli

Lo stress termico può generare diverse situazioni di pericolo. Pericolose in sè ma anche in relazione alla condizione particolare di una persona al lavoro, che quindi si può trovare in ambienti artigianali, industriali, in quota o che con utilizzo di attrezzature pericolose.

  • crampi: causati da carenza di sali, dovuta alla perdita di liquidi, oppure da una insufficienza venosa spesso associata ad edema da caldo;
  • edema: vasodilatazione periferica che causa un ristagno di sangue nelle estremità inferiori;
  • lipotimia: calo improvviso di pressione arteriosa che può essere accompagnato da perdita di coscienza; quest’ultima si può prevenire con un intervento rapido facendo assumere al paziente una posizione distesa con le gambe leggermente sollevate;
  • “colpo di calore”: spesso causato da insufficiente apporto di sangue al cervello, si manifesta con sintomi quali malessere generale, debolezza, nausea, vomito, cefalea, tachicardia ed ipotensione, spesso temperatura corporea più elevata e forte sudorazione, fino alla perdita di coscienza.

Datore di lavoro: cosa fare?

Si ricorda che il rischio di stress termico è uno dei rischi da valutare e rispetto al quale, se necessarie, devono essere prese determinate misure di prevenzione e protezione.

Si riporta un elenco di possibili  misure di prevenzione di che possono essere adottate in caso di necessità in situazioni microclimatiche critiche:

  • garantire un sufficiente ricambio di aria e una adeguata ventilazione;
  • mettere a disposizione quantitativi sufficienti di acqua da bere ed eventualmente integratori di sali minerali (evitare bevande troppo fredde);;
  • programmare eventuali lavori particolarmente pesanti o all’aperto nelle ore più fresche;
  • evitare lavori isolati (permettendo un reciproco controllo);
  • informare i lavoratori in caso di ondata di calore particolarmente intensa perché adottino comportamenti sicuri;
  • rotazione del personale maggiormente esposto a condizioni di rischio;
  • riduzione delle attività con esposizione a temperature più elevate;
  • modifica degli orari di lavoro, prediligendo le ore più fresche (es. anticipando l’inizio e la fine dell’attività lavorativa).

Laddove necessario perché le condizioni potenzialmente espongono a stress maggiore (per la natura delle attività, la presenza di sorgenti di calore, o temperature ambientali superiori, ecc.) è bene effettuare una specifica valutazione dei rischi da stress termico, anche mediante specifiche indagini strumentali.

Massima attenzione deve essere prestata ai soggetti che, sulla base delle indicazioni del medico competente (es. attraverso i giudizi di idoneità – e che può essere consultato per un parere) presentano caratteristiche tali da essere maggiormente esposti a rischio.

Lavoratori: comportamenti di autoprotezione

Si riportano infine nel seguito alcuni comportamenti di autoprotezione che possono essere oggetto di specifica informazione o raccomandazione ai lavoratori, specialmente in occasione di condizioni microclimatiche critiche:

  • bere frequentemente acqua fresca;
  • indossare abiti leggeri;
  • coprirsi il capo nel caso di lavori svolti all’esterno;
  • evitare bevande alcoliche e limitare il fumo;
  • evitare pasti abbondanti;
  • in caso di malessere segnalare i sintomi a un collega, non mettersi alla guida di un veicolo, ma farsi accompagnare.