Lavori INOX? Conosci rischi e implicazioni?

Lavorare acciaio INOX può avere implicazioni particolari in materia di salute e sicurezza sul lavoro, prevedendo specifici obblighi in capo al datore di lavoro. Vediamo il perchè.

Acciaio: di che cosa si tratta

L’acciaio è una lega metallica di ferro e carbonio, che agisce come agente indurente. Modificando il tenore di carbonio all’interno della lega di acciaio si controllano le caratteristiche del materiale, come la sua durezza, la temprabilità, la resistenza, la duttilità ecc.

Il carbonio è presente negli acciai con un tenore compreso tra lo 0,02% e il 2,1%, oltre il quale la lega prende il nome di ghisa.

Oltre alle proverbiali caratteristiche meccaniche, l’acciaio offre notevole resistenza anche alla corrosione chimica, al caldo ed all’usura. Queste proprietà, con particolare riferimento alla resistenza alla corrosione chimica, sono ancora più evidenti negli acciai cosiddetti “speciali”, tra cui gli acciai inossidabili (“INOX”).

Acciaio INOX

Gli acciai inossidabili sono acciai particolarmente resistenti all’ossidazione, grazie all’aggiunta di cromo in un tenore di almeno 11%, che negli strati superficiali dell’oggetto, forma uno strato di ossido in grado di proteggere il resto del materiale da ulteriori ossidazioni.

Gli acciai inossidabili si suddividono in tre grandi categorie: gli acciai ferritici, austenitici e martensitici, a seconda del processo di produzione e dagli elementi utilizzati per modificarne le proprietà.

La presenza di cromo in notevoli quantità, tra l’11% e il 30% circa, rende le lavorazioni su questo materiale possibili fonti di cromo esavalente (cromo VI), derivante dalle reazioni di ossidazione del materiale quando sottoposto ad alte temperature, con particolare riferimento ai processi di saldatura.

Nel 2020, il decreto legislativo n. 44 del 1° giugno 2020, recependo i contenuti della direttiva (UE) 2017/2398, ha modificato i contenuti degli allegati XLII e XLIII al D.lgs. 81/08, aggiungendo tra le altre sostanze cancerogene anche i composti di cromo VI.

Rischi per la salute

L’esposizione ai fumi di saldatura, ed in particolare a quelli che si generano durante la saldatura dell’acciaio inox, viene associata a potenziali rischi per la salute. Il calore intenso generato nel processo di saldatura vaporizza una frazione del metallo, che si ossida e si raffredda, condensandosi in fumi con particolati facilmente respirabili, che quindi entrano nei processi biologici del nostro corpo. Contestualmente può avvenire l’ossidazione dei metalli presenti all’interno del materiale, con il conseguente sviluppo di forme ossidate pericolose.

Il cromo esavalente (Cr(VI)) è una delle sostanze che possono svilupparsi dall’ossidazione del cromo metallico: è un noto cancerogeno e di seguito sono riportati i principali effetti che vengono associati all’esposizione:

  • Cancro ai polmoni;
  • Asma;
  • Ulcerazioni delle mucose del setto nasale;
  • Ulcerazioni della pelle;
  • Dermatiti allergiche e da contatto;
  • Disturbi della fertilità e della riproduzione.

Un’altra categoria di sostanze che possono svilupparsi sono gli ossidi di nichel (NiO), anch’essi cancerogeni. alcuni studi hanno correlato gli ossidi di nichel in particolare con:

  • Cancro di cavità nasali e seni paranasali e delle basse vie aeree;
  • Dermatiti allergiche e da contatto.

Quale prevenzione

Il modo migliore per ridurre i rischi da esposizione ai fumi contenenti cromo esavalente o ossido di nichel è quello di mantenere una buona qualità dell’aria nell’ambiente di lavoro, e quindi di assicurare la cattura dei fumi (captazione) prima che questi possano raggiungere l’apparato respiratorio dell’operatore.

L’aspirazione puntuale, il più vicino possibile al punto di saldatura rappresenta uno dei sistemi più efficaci per abbassare il rischio di inalazione dei fumi di saldatura.

Unitamente ai sistemi di aspirazione, la sorveglianza sanitaria specifica e mirata aiuta nel monitoraggio dell’esposizione a tali sostanze.

Sorveglianza sanitaria

L’art. 25 comma 1 lettera a) del D.lgs. 81/08 sottolinea l’obbligo di una collaborazione attiva del medico competente nel processo di valutazione dei rischi in azienda.

Il medico competente ha la possibilità di modulare la sorveglianza sanitaria in relazione alla particolarità di ogni singola azienda e della mansione svolta da ciascun lavoratore. La visita medica, di norma con periodicità annuale, dovrebbe esser particolarmente mirata alla ricerca di segni e sintomi a livello degli apparati respiratorio, cutaneo e muscolo scheletrico; inoltre, non dovrebbe essere limitata all’espressione del giudizio di idoneità, ma dovrebbe effettuare una sorveglianza epidemiologica continua della salute dei lavoratori.

La frequenza dei suddetti accertamenti è in genere annuale o biennale a seconda del rischio effettivo ed è comunque stabilita dal medico.

Monitoraggio dell’esposizione

Il monitoraggio può avvenire principalmente in due modi: una “a monte” e una “a valle” dell’esposizione. Entrambe sono molto importanti per delineare un quadro chiaro di esposizione e portare utili elementi alla valutazione dei rischi.

Monitoraggio ambiente di lavoro

La valutazione del rischio di esposizione professionale a Cromo VI rientra negli ambiti esaminati durante la valutazione del rischio chimico e più in particolare del rischio cancerogeno, per il quale il DLgs 81/2008 a previsto un capo specifico..

Per ottenere i dati necessari a conoscere i livelli di composti dannosi emessi da un processo di saldatura su acciaio inox a cui un lavoratore è esposto, è necessario procedere con campionamenti personali mirati a sondare l’area interessata direttamente dalla respirazione dell’operatore.

Il campionamento e la valutazione dell’esposizione devono essere effettuati in conformità a specifiche norme tecniche.

In breve, fumi di saldatura vengono campionati prelevando un volume di aria a portata e velocità note attraverso un filtro montato su un campionatore in grado di raccogliere la frazione inalabile delle particelle aerodisperse, il campionatore deve essere indossato dal lavoratore.

Il campionatore deve essere posizionato vicino alla bocca ed al naso dell’operatore, per offrire la maggior rappresentatività. I campionamenti devono inoltre essere svolti considerando i gruppi omogenei (per esposizione), ossia quei lavoratori che sono verosimilmente esposti allo stesso tipo di rischio.

Monitoraggio biologico

Il monitoraggio biologico avviene attraverso il controllo di una serie di parametri di funzionalità ma anche indicatori specifici di esposizione (IBE, Indicatori Biologici di Esposizione) ed è effettuato attraverso una analisi del sangue e/o delle urine, a seconda del tipo di inquinante e dei possibili metaboliti

Na titolo di esempio, nel <<Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle attività di saldatura metalli>>, per i saldatori INOX viene proposta la determinazione della cromuria (livello di cromo nelle urine) di inizio e fine turno.

Il registro cancerogeni

Si ricorda che l’articolo 243 del D.lgs. 81/08 prescrive anche l’obbligo al registro cancerogeni per tutti i lavoratori esposti a sostanze cancerogene; devono essere iscritti in un registro, istituito e aggiornato dal datore di lavoro e curato dal medico competente.

Il datore di lavoro trasmette all’INAIL e all’organo di vigilanza competente per territorio copia del registro e comunica eventuali variazioni intervenute.

Ambiente

Gli impianti di aspirazione, sebbene siano disponibili anche mobili con ricircolo interno dell’aria, garantiscono una maggiore efficacia e una miglior salubrità degli ambienti di lavoro quando i fumi aspirati vengono scaricati all’esterno dell’ambiente di lavoro, cioè in atmosfera.

Il testo unico ambientale, D.lgs. 152/06, nell’Allegato I alla parte Quinta, in materia di emissioni in atmosfera, elenca tre classi di sostanze, cancerogene o ritenute cancerogene, e applica ad esse dei limiti alle emissioni. Nella classe II sono presenti almeno due metalli piuttosto frequenti nelle leghe di acciaio inox: il cromo esavalente ed i suoi composti e il nichel. A queste sostanze è applicato il limite di concentrazione in emissione di 1 mg/Nm3 per flusso > 5 g/h, salvo diverse indicazioni specifiche di carattere regionale o contenute negli atti autorizzativi.

Quindi, sebbene in genere l’attività di saldatura sia inclusa nelle attività in deroga (autorizzazione di carattere generale) per l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, ai sensi dell’art. 272 della parte Quinta del testo unico ambientale D.lgs. 152/06, l’attività che prevede la saldatura di acciai inox, che contengono dunque cromo, non rientrano in suddette attività, ma ricadono nell’ambito di applicazione dell’art. 269 del D.lgs. 152/06 e, pertanto, sono soggette all’autorizzazione ordinaria alle emissioni in atmosfera (quindi ad Autorizzazione Unica Ambientale), nonché agli obblighi di campionamento e di monitoraggio delle emissioni in atmosfera.

[A cura di: Dott. Andrea Tavaroli, Dott. Matteo Melli, Syrios Srl]

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