Bilancio di sostenibilità

Il concetto di sostenibilità è intrinsecamente legato al concetto di sviluppo.

E’ sostenibile un modello di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.

Nel concetto di sostenibilità c’è quindi il presente e c’è anche il futuro.

Il concetto di sostenibilità è declinato nel programma d’azione dell’ONU denominato agenda 2030 attraverso 17 obiettivi che ruotano intorno a 3 direttrici principali:

  • people – le persone, la dimensione sociale;
  • planet – il pianeta in tutte le sue componenti;
  • profit – il profitto, la crescita economica, lo sviluppo e il benessere.

Ruolo delle aziende: responsabilità ESG

Il ruolo delle aziende sarà cruciale e in questi anni si è trasformato ed evoluto dalla semplice attenzione ai temi sociali ed ambientali, alla creazione di valore condiviso, in termini ad esempio di reale mitigazione dei principali impatti negativi, attraverso una governance responsabile degli aspetti con implicazioni sociali e ambientali (ESG).

Il bilancio di sostenibilità è obbligatorio?

Con il DLgs 254/2016 di recepimento della direttiva 2014/95/UE (denominata NRFD, Non Financial Reporting Directive), nel gennaio 2017 per   le grandi organizzazioni diventa obbligatoria la “dichiarazione di carattere non finanziario”, che descrive le attività dell’impresa, il suo andamento, i suoi risultati e l’impatto dalla stessa prodotto, con particolare riferimento ai temi ambientali, sociali, riguardanti il personale, il rispetto dei diritti umani, la lotta contro la corruzione.

L’obbligo riguarda per ora le grandi aziende, emittenti quotati, banche e assicurazioni con più di 500 dipendenti e con uno stato patrimoniale di 20 milioni di euro o un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro.

Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)

Lo scorso 16 dicembre 2022 è tuttavia stata pubblicata una nuova direttiva denominata CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che introduce importanti novità:

  • prima di tutto viene ampliato l’insieme dei soggetti interessati ed esteso a tutte le grandi aziende (più di 250 addetti) e società quotate (salvo le microimprese);
  • definisce contenuti specifici quali modello di business, strategie, con particolare riferimento agli aspetti di sostenibilità e transizione ambientale, agli interessi degli stakeholders, agli aspetti sociali;
  • definisce il principio della doppia materialità ossia di un approccio sostanzialmente bidirezionale per cui l’azienda deve esaminare l’influenza delle proprie attività sulla società e sull’ambiente ma anche viceversa come i fattori di sostenibilità influenzano il suo sviluppo e i suoi fattori di performance;
  • introduce inoltre gli standard di rendicontazione europei, attualmente in fase di elaborazione, che saranno differenziati a seconda della dimensione dell’azienda.

E’ prevista per le PMI la possibilità di rendicontazione volontaria che diventerà inevitabilmente un fattore competitivo e di immagine molto significativo.

Gli step di entrata in vigore:

  • 2025: comunicazione sull’esercizio finanziario 2024 per le imprese già soggette alla direttiva, cioè quelle degli Stati che avranno già recepito le norme;
  • 2026: comunicazione sull’esercizio finanziario 2025 per le grandi imprese ancora non soggette alla direttiva;
  • 2027: comunicazione sull’esercizio finanziario 2026 per le PMI quotate (a eccezione delle microimprese), gli enti creditizi piccoli e non complessi;
  • 2029: comunicazione sull’esercizio finanziario 2028 per le imprese di paesi terzi che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’UE, se hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’UE.

Bilancio di sostenibilità: che cos’è

Il Rapporto o Bilancio di Sostenibilità è sostanzialmente un documento che descrive i risultati di una analisi effettuata dall’azienda sugli impatti e sulla sostenibilità dei propri processi e delle proprie attività, ruotando intorno a tre temi chiave:

  • aspetti di governance ed economici;
  • aspetti sociali;
  • aspetti ambientali.

Chi sono gli stekeholders?

Il bilancio di sostenibilità comunica a tutti gli stakeholder dell’organizzazione, coloro che possono influenzarne i risultati e coloro che possono subirne le conseguenze.

Ma chi sono gli stakeholders?

Sono ad esempio i dipendenti, i fornitori, i clienti, le comunità locali, i media, gli investitori, i finanziatori e via dicendo.

Che cosa contiene il report di sostenibilità?

Il bilancio di sostenibilità prima di tutto comunica i valori, le policy e il modello di governance dell’organizzazione.

Sono quindi comunicate le seguenti informazioni:

  • utilizzo di risorse energetiche;
  • utilizzo di risorse idriche;
  • emissioni di gas ad effetto serra ed in generale di emissioni inquinanti in atmosfera;
  • impatto e gestione degli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro;
  • aspetti sociali e attinenti la gestione del personale, i rapporti con le parti sociali e le comunità locali;
  • l’impatto e le azioni di prevenzione sul rispetto dei diritti umani e la parità di genere.

Perché? Quali i vantaggi di un bilancio di sostenibilità?

Il profitto è parte integrante del tema della sostenibilità: people, planet e profit sono i tre pilastri portanti del concetto di sostenibilità. 

Gli stakeholders sono sempre più consapevoli ed esigenti: è quindi importante una comunicazione autentica e credibile, specialmente in relazione al potenziale impatto che può avere in termini di reputazione e quindi di performance di mercato.

Sono molti i benefici di un report o bilancio di sostenibilità e sono sia interni sia esterni all’azienda.

E’ uno strumento di coinvolgimento degli stakeholders interni ed esterni oltre che un modo per aumentare l’immagine e la reputazione dell’azienda, con un ne deriva un vantaggio in termini di motivazione un vantaggio competitivo sul mercato e una maggiore possibilità di attrarre capitali.

Alcuni esempi di vantaggi:

  • maggiore coinvolgimento e motivazione del personale interno;
  • migliore reputazione aziendale (awareness) nei confronti di clienti, fornitori, banche
  • più facile accesso a finanziamenti;
  • rafforzamento dell’immagine aziendale e del brand.

[A cura di: Dott. Matteo Melli – Syrios Srl]

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