In seguito all’importante diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio italiano e alle recenti disposizioni del Governo per il contenimento del contagio, molte aziende, con l’intento di ripartire, si chiedono se è necessario e con quali modalità effettuare la sanificazione degli ambienti di lavoro.

Con questo articolo cercheremo di rispondere alle seguenti domande:

  • È obbligatorio effettuare la sanificazione degli ambienti di lavoro?
  • Pulizia e sanificazione: sono sinonimi?
  • Con quali modalità va effettuata la sanificazione?
  • Sono il datore di lavoro di una piccola azienda: per evitare costi aggiuntivi, posso effettuare direttamente io la sanificazione o sono obbligato ad incaricare un’azienda specializzata esterna?

Nel seguito, senza la pretesa di essere esaustivi e sostituirci al legislatore, abbiamo cercato di raccogliere alcune informazioni in risposta a questi quesiti.

Sanificazione: devo proprio?!?

[Sanificazione – Foto di Dimitris Vetsikas]

Partiamo dagli obblighi normativi: il 14 marzo 2020 è stato approvato e diffuso il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” con lo scopo di favorire le aziende nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio per il contrasto ed il contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus negli ambienti di lavoro. Il protocollo è un documento a tutti gli effetti cogente.

In tale protocollo si precisa che l’azienda ha l’obbligo di assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago (es. zona fumatori, zona coffee break, ecc.). Inoltre, deve essere garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tutte le superfici oggetto di contatto frequente, come tastiere, schermi touch, mouse, ecc.

Se si verifica un caso di COVID-19

Non solo, ma in caso di una persona affetta da COVID-19 all’interno dei locali aziendali è indispensabile procedere con la pulizia e sanificazione dei locali secondo le modalità indicate nella circolare n.5443 del 2 febbraio 2020 del Ministero della Salute.

Pertanto, per rispondere alla domanda iniziale: sì, la sanificazione degli ambienti di lavoro è obbligatoria. Infatti, dal protocollo del 14 marzo 2020 si evince che la prosecuzione (o la ripresa) delle attività lavorative è consentita solamente se nelle aziende vengono assicurati ai lavoratori adeguati livelli di protezione.

Pulizia e sanificazione: sinonimi?

Anche se talvolta le parole pulizia e sanificazione vengono utilizzate come sinonimi, dal punto di vista “pratico” hanno un significato diverso.

La pulizia è quell’operazione che consente di rimuovere lo “sporco” di qualunque tipo, dalla polvere alle sostanze untuose, dai liquidi alle sostanze organiche, ecc. La pulizia può essere effettuata mediante rimozione manuale, rimozione meccanica o, in alcun casi, mediante l’azione dell’acqua e/o di prodotti detergenti.

La sanificazione, invece, rappresenta uno step più avanzato rispetto alla pulizia per quanto riguarda il livello di igiene ottenuto. La sanificazione, infatti, è un intervento che consente di rimuovere qualunque microrganismo (batteri, virus, muffe, ecc.) che la normale pulizia non è in grado di eliminare. Generalmente la sanificazione si esegue sfruttando l’azione di agenti chimici detergenti che consentono di ridurre il carico microbiologico al di sotto degli standard igienici ottimali. Per essere efficace, la sanificazione deve essere preceduta dalla pulizia.

Un ulteriore step di igiene è rappresentato dalla disinfezione: si tratta di un trattamento che, sfruttando l’azione di agenti disinfettanti di tipo chimico o fisico (ad es. il calore), è in grado di ridurre il carico microbiologico tramite la distruzione o l’inattivazione degli agenti biologici.

Sanificazione: quali modalità?

Occorre specificare che, ad oggi, non si dispone ancora di informazioni precise e specifiche sul COVID-19; infatti il nuovo virus COVID-19 o SARS-CoV-2 è stato scoperto molto recentemente, nel dicembre 2019. Pertanto, per quanto concerne il suo comportamento e le modalità per neutralizzarlo, ci si deve regolare sulla base dei comportamenti noti degli altri Coronavirus.

Con la Circolare n.5443 del 22 febbraio 2020, il Ministero della Salute evidenzia che i virus appartenenti alla famiglia dei “Coronavirus” sono in grado di persistere su superfici inanimate fino a 9 giorni in condizioni di umidità e temperatura ottimali, ma, al tempo stesso, possono essere inattivati efficacemente tramite un adeguato processo di sanificazione.

Per tale ragione, all’interno di detta Circolare, il Ministero ha definito, tra le altre cose, le modalità di pulizia da mettere in atto nei luoghi di lavoro, facendo distinzione tra gli ambienti sanitari e quelli non sanitari.

Dalla circolare si evince che la sanificazione di un ambiente di lavoro può essere distinta in due fasi:

  • una fase “preventiva”, che prevede la pulizia/lavaggio dei locali con acqua e con i comuni detergenti;
  • una fase di decontaminazione (sanificazione), con l’impiego di sostanze particolari.

Ambienti sanitari

Ovvio che questo tipo di ambienti merita una maggiore attenzione.

Negli ambienti sanitari, la circolare ministeriale raccomanda la sanificazione delle superfici attraverso l’impiego di ipoclorito di sodio (candeggina o varechina) con percentuale di cloro attivo allo 0,1-0,5%, etanolo al 62-71% o perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5%, per un tempo di contatto adeguato.

Ambienti non sanitari: es. le aziende

Negli ambienti non sanitari, in caso di persone affette da COVID-19, la circolare raccomanda una fase di pulizia seguita dalla sanificazione con ipoclorito di sodio con percentuale di cloro attivo allo 0,1%. Nel caso in cui la sanificazione debba essere effettuata su superfici che possano subire danneggiamenti a contatto con l’ipoclorito di sodio, il Ministero della Salute raccomanda l’impiego di etanolo al 70% dopo la pulizia con un detergente neutro.

Servizi igienici

Per quanto riguarda la pulizia dei servizi igienici, in una notizia pubblicata dal Ministero della Salute su “Covid-19, disinfettanti e detergenti: modalità d’uso e percentuali di efficacia per l’utilizzo domestico” si raccomanda sempre l’utilizzo di ipoclorito di sodio ma con una concentrazione in cloro attivo leggermente maggiore, pari allo 0,5%.

Sanificazione e tempi di contatto

Nelle procedure di sanificazione, un aspetto importante, anzi cruciale, è rappresentato dal tempo di contatto.

Per quanto riguarda i tempi di contatto (ovvero, per quanto tempo lasciare agire la soluzione affinché si ottenga una efficace sanificazione), vi segnaliamo un’interessante tabella messa a disposizione dell’EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti – Environmental Protection Agency), disponibile a questo link.

Nella tabella dell’EPA, a seconda del produttore, del tipo di superficie da sanificare, del virus da eliminare e della “destinazione” di utilizzo (ambito ospedaliero, istituzionale o domestico), si può ricavare il tempo di contatto. Per un utilizzo sicuro ed efficace l’agenzia americana raccomanda sempre di seguire le istruzioni riportate sull’etichetta e sulla scheda di sicurezza.

Dalla tabella dell’EPA si evince che per l’uso di una soluzione di ipoclorito di sodio (candeggina) è raccomandato un tempo di contatto che varia da 30 secondi a 10 minuti. Per la massima efficacia è necessario che il trattamento con la soluzione di ipoclorito di sodio sia sempre preceduto da una fase di pulizia con acqua e detergente, in quanto alcuni materiali potrebbero reagire con la candeggina e disattivarla. Dopo la fase di pulizia è necessario asciugare la superficie e poi applicare la soluzione di candeggina. Se viene lasciata agire per troppo tempo, infatti, la soluzione può scolorire o danneggiare le superfici. Durante l’impiego della soluzione di candeggina è fondamentale indossare i guanti (si tratta di una sostanza irritante per la cute) e non mescolarla mai con altri prodotti (esclusa l’acqua). La candeggina potrebbe corrodere il metallo, per cui il suo impiego non è raccomandato per la sanificazione di superfici metalliche quali rubinetti e manufatti in acciaio INOX.

Anche nel caso di impiego di etanolo al 70% è raccomandata una prima fase di pulizia con acqua e detergente. Dopodiché è necessario applicare la soluzione alcoolica e lasciarla agire sulla superficie per un tempo adeguato. Secondo la tabella dell’EPA, il tempo di contatto varia da 30 secondi a 2 minuti. In genere la soluzione di etanolo al 70% è raccomandata per tutte le superfici, ma se fatta agire per troppo tempo potrebbe scolorire alcuni materiali plastici.

Il perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece, non è corrosivo, pertanto il suo utilizzo è indicato su superfici metalliche, però è in grado di scolorire i tessuti. La tabella dell’EPA raccomanda un tempo di contatto tra 30 secondi e 10 minuti.

Facciamo attenzione ad un aspetto: tutte le soluzioni preparate e diluite tendono a perdere efficacia a distanza di tempo, per cui si raccomanda di preparare la soluzione nelle giuste quantità per ogni ciclo di sanificazione, onde evitare una diminuzione dell’efficacia.

La circolare ministeriale si sofferma sull’importanza della pulizia e sanificazione dei pavimenti e delle superfici oggetto di contatto frequente, come porte, finestre, maniglie, servizi igienici, ecc.

A tutela dei soggetti che eseguono la pulizia e sanificazione, la circolare specifica che:

  • durante le fasi di utilizzo di prodotti chimici deve essere assicurata la ventilazione degli ambienti;
  • il personale che effettua la pulizia e sanificazione deve indossare idonei DPI (filtrante respiratorio FFP2 o FFP3, protezione facciale, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe). Al termine di ogni utilizzo, i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto.

In seguito alla pubblicazione della già citata circolare ministeriale, molte imprese di pulizia specializzate hanno messo in atto processi di sanificazione che prevedono l’irrorazione o la nebulizzazione di un prodotto disinfettante (generalmente perossido di idrogeno) nell’ambiente da trattare.

Attraverso l’impiego di attrezzatura professionale (ad es. nebbiogeno), il prodotto disinfettante viene distribuito in tutti i locali da sanificare, facendo molta attenzione a tutte le superfici di contatto come muri, porte, finestre, tastiere, banchi di lavoro, ecc. Il prodotto irrotato o nebulizzato, una volta che si deposita sulle superfici agisce per contatto e deve essere lasciato fino alla completa asciugatura.

Il trattamento più efficace e al tempo stesso meno invasivo è rappresentato dalla nebulizzazione di aerosol a nebbia fredda o secca. Si tratta di un metodo che consente di raggiungere con rapidità ogni angolo dell’ambiente da trattare attraverso la saturazione dell’ambiente stesso e che, se ben dosato, non genera problemi ad apparecchiature elettroniche come computer, quadri elettrici, ecc.

A tutela dei lavoratori, il trattamento deve essere effettuato in assenza di persone.

Affinché il metodo di trattamento tramite irrorazione o nebulizzazione sia efficace, prima della sua esecuzione è necessario verificare che tutti i locali siano sgombri ed in buono stato di pulizia.

Dopo aver lasciato asciugare il prodotto detergente, l’accesso ai locali trattati è di norma consentito dopo almeno due ore dal trattamento garantendo una adeguata aerazione delle aree trattate. Alcuni prodotti utilizzati possono richiedere una successiva pulizia per eliminare eventuali residui dalle superfici.

Posso farlo io?!?

In altri termini: sono il datore di lavoro di una piccola azienda: per evitare costi aggiuntivi, posso effettuare direttamente io la sanificazione o sono obbligato ad incaricare un’azienda specializzata esterna?

Dall’analisi del Protocollo del 14 marzo 2020 e della Circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22 febbraio 2020 non emergono divieti in tal senso. Pertanto, la pulizia giornaliera e la disinfezione periodica degli ambienti di lavoro può essere effettuata anche da personale interno dell’azienda.

Chiaramente, per l’esecuzione di trattamenti di sanificazione “spinti” come quelli che prevedono la nebulizzazione dei prodotti disinfettanti, è sempre meglio rivolgersi ad imprese specializzate dotate di attrezzature specifiche, che peraltro possono documentare l’avvenuta sanificazione. I trattamenti di sanificazione più semplici possono essere effettuati anche internamente all’azienda.

A nostro avviso peraltro, in particolare in ambienti “delicati”, più a rischio oppure ove si siano verificati casi di COVID-19 è opportuno che la sanificazione sia affidata ad aziende specializzate che garantendo l’uso di prodotti adeguati, sono anche in grado di documentare l’avvenuto intervento.

Attenzione alla tutela degli incaricati all’intervento!

Le indicazioni disponibili la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica internamente all’azienda sono riportate nel Protocollo e nella Circolare menzionati in precedenza; è bene tuttavia anche ricordare tutti gli obblighi necessari per la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori, contenuti all’interno del D.lgs. 81/2008. In particolare, è fondamentale:

  • prima del trattamento
    • richiedere al fornitore la scheda di sicurezza (SDS) dei prodotti disinfettanti;
    • leggere la scheda di sicurezza dei prodotti chimici prima del loro utilizzo;
    • fornire informazione, formazione e addestramento a tutti i lavoratori incaricati di eseguire la pulizia e la disinfezione;
  • durante il trattamento
    • utilizzare le sostanze raccomandate dalla Circolare n.5443 del 22 febbraio 2020;
    • attenersi sempre alle modalità di utilizzo riportate sulla SDS e sull’etichetta del prodotto;
    • indossare idonei dispositivi di protezione individuale (filtrante respiratorio FFP2 o FFP3, protezione facciale, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe);
    • garantire una sufficiente ventilazione degli ambienti di lavoro;
    • non mescolare più prodotti insieme per evitare che, dalla miscelazione, possano formarsi gas o vapori tossici o nocivi;
    • rispettare i tempi di contatto indicati sulla scheda di sicurezza e/o sull’etichetta del prodotto;
  • al termine del trattamento
    • tutti i DPI monouso devono essere smaltiti come potenzialmente contaminati.

Raccomandazioni

In tutti i casi si raccomanda di definire e documentare chiaramente le azioni intraprese, in accordo con tutti i membri del Comitato, se non all’interno di un documento di valutazione dei rischi specifico, quantomeno in un documento che abbia valenza di protocollo interno, reso ufficiale con le firme di tutti gli interessati.

Se si decide di effettuare la sanificazione internamente si raccomanda di definire e documentare una procedura interna che definisca a dovere chi lo fa (previa valutazione sulla sua idoneità), con quali prodotti, quali modalità, quali misure di prevenzione e protezione sia individuali che collettive.

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Tampone COVID-19

[Tampone – Foto di Vesna Harni

Attraverso un laboratorio convenzionato abbiamo la possibilità di effettuare tamponi ambientali per la determinazione della presenza del virus SARS-CoV-2 sulle superfici.

Il test ha lo scopo di verificare l’efficacia delle operazioni di sanificazione al fine di ridurre il rischio di contagio negli ambienti di lavoro.

I tamponi possono essere effettuati sulle superfici di interesse; l’analisi viene poi eseguita con tecnica di biologia molecolare di Real Time PCR. I risultati sono emessi dopo circa 72-96 ore dal campionamento.

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[a cura di: Ing. Davide Marcheselli, Dott. Matteo Melli – Syrios Srl]

Vedi anche: Covid-19, disinfettanti e detergenti: modalità d’uso e percentuali di efficacia per l’utilizzo domestico“, Ministero della salute.

Pagine a cura di:

Via M. Teresa di Calcutta, 4/E
46023 Gonzaga (Mantova)
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