ROA (saldatura, lampade UV, forni, ecc.) – Valutazione dei rischi e prevenzione

Con l’entrata in vigore del Capo V, Titolo VIII del D.Lgs. 81/08 che recepisce la direttiva europea 2006/25/CE sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici, i datori di lavoro sono tenuti a valutare il rischio derivante dall’esposizione a radiazioni ottiche artificiali (ROA), anche per mezzo di misure strumentali.

Che cosa sono

Radiazioni Ottiche Artificiali - ROA - valutazione rischi 2
Rilievi di ROA – UV da saldatura automatica attraverso schermi protettivi

Per radiazione ottica si intende qualsiasi radiazione elettromagnetica con lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm, comprendendo quindi lo spettro di frequenza che va dalle radiazioni ultraviolette alle radiazioni infrarosse, passando per la luce visibile. Vengono definite artificiali tutte le radiazioni non prodotte dal sole.

In un ambiente di lavoro si possono trovare numerose sorgenti di ROA, come ad esempio le lampade utilizzate per l’illuminazione o impiegate in processi produttivi (come le lampade a infrarossi usate per il riscaldamento o le lampade a ultravioletti usate nei centri di abbronzatura), la saldatura, i forni di fusione e i LASER.

I rischi principali per la salute e la sicurezza dei soggetti esposti a ROA riguardano principalmente l’occhio e la cute. La tipologia e la gravità degli effetti associati dipende essenzialmente dalla lunghezza d’onda e dall’intensità della radiazione e dal tempo di esposizione.

Gli effetti causati dall’esposizione a ROA possono essere classificati in:

  • Effetti da esposizione acuta: effetti a breve termine che si manifestano a breve distanza dall’esposizione (ore o giorni);
  • Effetti da esposizione cronica: effetti a lungo termine che si manifestano a distanza di mesi o anni dall’esposizione.

Per gli effetti acuti è possibile stabilire una “dose soglia” al di sotto della quale tali effetti non si verificano.

Non tutte le sorgenti di ROA costituiscono un rischio per la salute o la sicurezza dei soggetti esposti, infatti, alcune sorgenti possono essere considerate “giustificabili”, ossia sorgenti che, nelle abituali condizioni di impiego, non comportano rischi per la salute. Possono essere considerate giustificabili ad esempio i monitor, i display e l’illuminazione domestica o da ufficio.

Obbligo di valutazione dei rischi

Se a seguito del censimento effettuato venissero individuate delle sorgenti non giustificabili sarà necessario procedere con una valutazione dei rischi approfondita che prevede i seguenti step operativi:

  1. Raccolta delle informazioni disponibili sulle fonti di emissione quali i libretti di uso e manutenzione, documentazione tecnica, dati di letteratura e norme tecniche;
  2. Identificazione delle modalità espositive, quindi le modalità di impiego della sorgente, i locali in cui vengono utilizzati e il tempo di esposizione dell’addetto;
  3. Rilievi strumentali effettuati con fotoradiometro;
  4. Calcolo dei livelli di esposizione e individuazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare.
Radiazioni Ottiche Artificiali - ROA - valutazione rischi 1
Rilievi di ROA con fotoradiometro – UV da saldatura

La valutazione permette quindi di stabilire i valori limite di esposizione che devono essere rispettati e, se necessario le misure da attuare per ridurre i rischi per la salute e la sicurezza associati a un’eccessiva esposizione.

Lo scopo delle misure di tutela è quello di eliminare o ridurre al minimo i rischi, diretti o indiretti, per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione a ROA a livelli pericolosi per i soggetti esposti.

Una volta accertato che la sorgente non può essere sostituita o eliminata le soluzioni tecniche per ridurre il rischio che si possono adottare sono molteplici. Di seguito si riportano le più comuni:

  • Il contenimento della sorgente all’interno di alloggiamenti schermati o attraverso l’installazione di teli schermanti mobili;
  • La separazione fisica delle postazioni dove sono presenti ROA con le postazioni vicine per le quali non è prevista esposizione;
  • L’impiego di sistemi di interblocco che disattivano le sorgenti di ROA potenzialmente pericolose in caso di accesso di personale nell’area;
  • Indicazione con apposita segnaletica di tutte le aree nelle quali potrebbero essere superati i valori limite di esposizione ed eventualmente limitarne l’accesso.

Quando le misure collettive di protezione non possono essere attuate o non possono garantire la sicurezza dei lavoratori, risulta necessario fornire gli stessi di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI), quali occhiali, maschere e ripari facciali, accuratamente scelti sulla base dei risultati della valutazione dei rischi.

Si ricorda infine che tutti i dispositivi di protezione degli occhi e del viso dalle radiazioni ottiche appartengono almeno alla II categoria, così come identificata dal D.Lgs 475/92, e pertanto comportano l’obbligo della formazione specifica all’uso.

[Redazione a cura di: Dott. Matteo Vasapollo – Syrios Srl]

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